Progetto democrazia. Un'idea, una crisi, un movimento (2014) by David Graeber

Progetto democrazia. Un'idea, una crisi, un movimento (2014) by David Graeber

autore:David Graeber [Graeber, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore


3. «La massa inizia a pensare e ragionare»: la storia occulta della democrazia

Per quanto strano, la lettura degli scritti di conservatori inflessibili sui movimenti sociali può spesso dimostrarsi confortante. Soprattutto quando si è abituati a occuparsi di progressisti, persone tendenzialmente suscettibili e imprevedibili, perché pretendono di condividere le idee dei movimenti radicali (quali democrazia, egualitarismo, libertà), ma al tempo stesso riescono a convincersi che simili ideali siano, a conti fatti, irrealizzabili. Per questo motivo intravedono una sorta di minaccia morale in chiunque sia fermamente deciso a creare un mondo basato su questi principi. Me ne sono reso conto nel periodo del Global Justice Movement, quando molti cosiddetti «media progressisti» hanno tenuto un atteggiamento difensivo di derisione, a suo modo caustico quanto un qualsiasi commento su di noi proveniente dalla destra. Nel leggere le loro critiche al movimento, mi è apparso chiaro che diversi esponenti dei media che avevano frequentato l’università negli anni sessanta si consideravano ex rivoluzionari, anche solo per associazione generazionale. Il loro lavoro manifestava un conflitto interiore; volevano convincersi che, anche se ormai al servizio dell’establishment, non si erano del tutto svenduti, perché gli antichi sogni rivoluzionari erano profondamente irrealistici e, di fatto, lottare per l’aborto o i matrimoni gay significa essere quanto più radicali sia realisticamente possibile. Se sei un radicale, almeno conosci la tua posizione rispetto ai conservatori: sono il nemico e, se desiderano comprenderti, è solo per facilitare la tua drastica eliminazione. Questo porta a una relativa chiarezza e implica anche che spesso desiderano davvero capirti.

Nel periodo iniziale del movimento Occupy Wall Street, il primo attacco rilevante da parte della destra si è concretizzato in un articolo scritto per The Weekly Standard da un certo Matthew Continetti e intitolato «Anarchy in the Usa: The Roots of American Disorder».1 Secondo Continetti, «sia la destra sia la sinistra hanno fatto l’errore di pensare che le forze alle spalle di Occupy Wall Street siano interessate alla politica democratica e alla risoluzione dei problemi», mentre in realtà il nucleo era composto da anarchici che vagheggiavano un utopico paradiso socialista, stravagante quanto le falangi di Charles Fourier o le comuni dell’amore come la New Harmony degli anni quaranta dell’Ottocento. L’autore continuava citando fautori dell’anarchismo contemporaneo, soprattutto Noam Chomsky e il sottoscritto:



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